Due giorni di confronto per delineare le linee programmatiche delle attività dell’ARCI in Sicilia per il prossimo biennio, un confronto che ha coinvolto oltre 70 partecipanti provenienti da tutta l’Isola.
L’Assemblea dei Circoli ARCI della Sicilia si è riunita il 29 e 30 marzo a Palermo, presso la sede di Epyc, a conclusione di un percorso che era stato avviato lo scorso mese di dicembre dal Consiglio Regionale dell’Associazione ed era proseguito nei primi mesi del 2025 con il coinvolgimento diretto delle basi associative in incontri territoriali che hanno fornito un quadro capillare dello stato dell’associazione nelle diverse aree della Sicilia.
Tanti i temi toccati nella due giorni palermitana attraverso la discussione in plenaria e nei gruppi di lavoro, chiamati nello specifico a confrontarsi su alcune parole-chiave che erano emerse nella fase di ascolto dei territori: comunicazione, spazi fisici, partecipazione e ricambio generazionale, reti tematiche, innovazione/sperimentazione. Le indicazioni e le proposte di lavoro restituite dai gruppi, evidenziano una grande concretezza e nello stesso tempo una grande capacità di guardare al futuro in chiave positiva nonostante la grave crisi sociale, culturale ed economica in cui si trova la Sicilia.
Non è un caso che la presenza di diversi Circoli ARCI in piccoli e medi centri sono il tentativo di
porre un argine al fenomeno dello spopolamento delle aree interne e di garantire luoghi di partecipazione democratica alla vita delle comunità locali.
Uno dei momenti più interessanti della due giorni è stato proprio il confronto tra alcune esperienze di Circoli ARCI nelle aree interne della Sicilia, tutte animate da gruppi di giovani; hanno preso la parola Francesca Silluzio (Esedrà di Sortino), Marina Pizzuto Antinoro (Sikanamente di Prizzi), Carmelo Vitellaro (Circo Pace e Bene di Milena) e Nicola Mezzapelle (Ass. Cult. Peppino Impastato di Salemi), i quali hanno raccontato il lavoro faticoso e complesso che quotidianamente portano avanti in luoghi considerati marginali perché privi di servizi essenziali e con prospettive demografiche disastrose. In questi luoghi l’ARCI è riuscito a costruire presidi di partecipazione, offrire opportunità culturali, aggregative e di socialità, fare immaginare un futuro, certo non Utopia, il luogo immaginario di Thomas More, ma quanto meno un luogo dove poter scegliere di restare per coltivare le proprie passioni.
Un dibattito che si è concluso con l’intervento di Marco Trulli, responsabile di ARCI Nazionale per le politiche culturali, i giovani e lo sviluppo delle aree interne, che ha evidenziato la grande ricchezza delle esperienze siciliane ed ha sottolineato l’intreccio di queste esperienze con il lavoro portato avanti sul livello nazionale. Trulli ha ricordato anche l’iniziativa promossa lo scorso settembre proprio da ARCI Nazionale a Salemi con il Meeting dei Festival ARCI, che ha radunato nel centro della provincia di Trapani i referenti di 80 festival provenienti da ogni parte d’Italia che si sono confrontati su questioni legate all’organizzazione, all’accessibilità ed alla sostenibilità ambientale e non solo, di eventi culturali e manifestazioni dal vivo che per ARCI devono essere feste di condivisione culturale, modi di reimmaginare anche i modi di abitare le città ed i paesi.

Tra le proposte finali emerse dalla discussione dell’Assemblea anche l’impegno alla creazione di un’area tematica transfemminista e queer che possa coordinare i Circoli Lgbtqia+, attuali e futuri, presenti in ARCI e delle realtà transfemministe presenti nei Circoli e nei Comitati per connettere e facilitare le attività sul livello regionale.
L’Assemblea dei Circoli ARCI della Sicilia ha messo in luce la grande vitalità della rete associativa che è presente in tutte le provincie e che conta 70 Circoli e poco più di 20 mila soci.

























