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Home / News / La Sicilia non vuole essere terra di guerra

La Sicilia non vuole essere terra di guerra

Arci Sicilia | 26 Giugno 2025

Giorno dopo giorno, il nostro pianeta è sempre più sull’orlo di una crisi irreversibile.

Nuovi scenari di conflitto si aprono, quelli vecchi si intensificano  e sembrano non avere via d’uscita: Russia e Ucraina, Israele e Palestina, i missili sull’ Iran e quelli lanciati in risposta, oltre i conflitti dimenticati in tante parti del mondo.

Mentre le bombe continuano a cadere e fare strage di civili, mentre il genocidio a Gaza prosegue, i potenti della terra pianificano come finanziare ancora guerre e riarmo, fino ad  alzare le spese militari al 5% del PIL.

Invece di cercare di dare voce alle diplomazie internazionali e costruire spazi di dialogo, il nostro governo obbedisce ai diktat dei più forti e annuncia a gran voce “Si vis pacem, para bellum”.

Il movimento contro la guerra non si è mai stancato di ripetere che se si vuole la pace bisogna preparare la pace, che bisogna smilitarizzarsi sempre di più: smilitarizzare i nostri territori, smilitarizzare le nostre menti.

Non si può continuare a legittimare il potere totale del più forte. Non si può più trasmettere il messaggio che il mondo è nelle mani di pochissimi che decidono il destino di tuttə.

Il diritto internazionale è già a rischio da diverso tempo: sono sotto gli occhi di tuttə le violazioni di qualsiasi forma  di diritto che avvengono nell’indifferenza generale nella striscia di Gaza da quasi due anni, anche se il mondo sembra preferire girarsi dall’altra parte.

A tutto questo bisogna senza sosta continuare a dire no. Dobbiamo farlo con le nostre voci, i nostri corpi, i nostri volti. No alla guerra, no alle guerre, no alla morte, no alla barbarie nella quale ci stanno trascinando.

Servono le nostre energie migliori, serve coordinarsi meglio e di più fra le forze politiche e sociali: chi ha rappresentanza istituzionale ha il dovere di fare più sforzi per confrontarsi, per far crescere le ragioni dell’unità vera su un tema vitale come quello della pace.

Non è sempre facile il confronto, non è sempre facile dialogare con le forze politiche senza ricadere in divisioni e debolezze che non possono essere un freno di fronte a un momento così drammatico. Noi ci vogliamo essere, alla pari con gli altrə; vogliamo esserci nel provare a costruire un movimento, che non vuole ignorare i problemi e le frammentazioni esistenti, ma vuole affrontarli, senza ipocrisie, dalla prospettiva dei nostri circoli che è quella del basso, della strada.

Per questo invitiamo tuttə a dare un’ulteriore testimonianza, a prendere posizione, a dire il proprio NO alle guerre, a manifestare ove possibile, a partecipare ai presidi e ai cortei che in questa settimana e nelle prossime attraverseranno i nostri territori, la Sicilia: territori che tra l’altro, grazie al loro accogliere basi militari NATO e USA -da Sigonella a Niscemi- che supportano e hanno supportato azioni militari, già ci rendono nostro malgrado complici dei crimini e dell’atrocità delle guerra.

Di queste basi chiediamo lo smantellamento: la Sicilia ancora una volta non vuole essere terra di guerra.

Scendiamo in piazza per la pace e la giustizia sociale, diciamo no a questa follia, rilanciamo anche nella nostra terra un grande movimento della pace.

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