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In ricordo di Luigi Carollo

Arci Sicilia | 27 Aprile 2024

Luigi Carollo ci ha lasciati alcuni giorni fà. In questi giorni sono stati tanti i ricordi che si sono sovrapposti nei racconti delle tante persone di cui ha attraversato l’esistenza. Lo abbiamo salutato così, in un 25 Aprile che immaginavamo diverso:

“Luigi, che grande vuoto.
Per noi, variegato mondo dell’Arci, sei la narrazione concreta di un impegno sui temi dei diritti e sulla politica a tutto tondo iniziato più di 30 anni fa, nelle sedi palermitane della confederazione Arci, dentro Arci gay e passato attraverso il centro di documentazione K. Ikeda, l’associazione Articolo 3, i partiti politici in cui hai militato e poi la straordinaria esperienza del Palermo Pride.
Hai attraversato l’Arci negli anni 90, negli anni di ricostruzione dell’associazione come soggetto politico, e a questa difficile ricostruzione hai apportato un enorme contributo di analisi e pratica.
E’ innegabile il salto di qualità che ci hai fatto fare sui temi delle differenze, dell’apertura verso l’altr3, del genere e della sessualità quali nodi teorici fondamentali dell’elaborazione politica e culturale delle nostre società, del conflitto come strumento della politica: i conflitti che hai sempre attraversato, mai ignorato o aggirato, che hai affrontato con tenacia e determinazione, anche con scontri dialetticamente duri ma sempre profondamente rispettosi degl3 altr3.
Luigi, sapevi bene che ognuno di noi ha culture diverse, modi diversi di vedere il mondo che chiedono pari dignità. Ma per accettare questo principio di fondo la cosa fondamentale è conoscersi per superare timori, discriminazioni, diffidenze, incomprensioni che producono paure.
Parlarsi, ascoltarsi per superare le paure che a loro volta generano insicurezze.
Perché non abbiamo bisogno di avere idee date incrollabili, di costruire paradigmi ma di scardinarli.
Perché solo ponendosi dubbi, smontando certezze, scardinando paradigmi, ci si può veramente relazionare al diverso da sé, e la comprensione del mondo può passare attraverso lenti multifocali che restituiscono al mondo e alle relazioni la complessità e la dinamicità che gli sono propri.
E se si ha questa consapevolezza, e tu Luigi l’avevi, ci si rende conto che questa consapevolezza è importante anche per l3 altr3, perché c’è qualcosa di serio da scambiare.
Così si può lavorare sui linguaggi e sul trans, il transculturale, il transgender, il transezionale.
In questo, Luigi, sei stato diverso da molt3 di noi: non dicevi solo che era importante l’ascolto ma lo hai praticato; non dicevi genericamente che erano importanti le differenze ma le hai attraversate, non discutevi con le persone ma hai dialogato, nella seria convinzione che nel dialogare fosse insita la possibilità di trasformarsi reciprocamente, di trasformare la realtà.
Parlavi tanto ma ascoltavi anche: ci ascoltavi e ascoltavi tanta musica. Siamo tanti quelli per cui sei stato anche il ragazzo di Master dischi: la musica, uno dei tuoi mondi, una faccia del tuo prisma.
E con la musica vogliamo ricordarti: avevi già tributato agli Smile il merito di avere realizzato uno dei primi migliori album dell’anno, “perché qualunque album creato da Thom Yorke e Johnny Greenwood si ama e basta” – cosi avevi scritto. Con il Thom Yorke di “How to disappear completely” vogliamo salutarti, quasi fossero le tue parole.
“Quello li / quello non sono io/ io vado dove mi pare/ cammino attraverso i muri/ galleggio attraverso il Liffey/ Io non sono qui/ questo non sta accadendo/ tra poco sarò andati/ il momento è già passato/ non c’è più e io non sono qui/ Luci stroboscopiche e altoparlanti saltati/ fuochi d’artificio e uragani/ io non sono qui/ questo non sta accadendo/ io non sono qui”
Luigi, lasci un vuoto immenso in noi, un dolore che si conficca dentro.

Ma non potrai mai sparire completamente, no.
Questa città ti deve tanto. Noi ti dobbiamo tanto”.

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