
Sono segnali gravi quelli che arrivano dal Governo nazionale per la Sicilia dopo la rimodulazione dei fondi del PNRR.
“La scelta di tagliare i 300 milioni di euro destinati al recupero dei beni confiscati alla mafia e una parte dei finanziamenti destinati alla rigenerazione dei quartieri periferici delle città – sottolinea il presidente di ARCI Sicilia Giuseppe Montemagno – pone dei grossi dubbi sulla volontà dell’esecutivo di dare seguito ad obiettivi mirati in materia di inclusione sociale e lotta alla criminalità organizzata che, seppur timidamente, nel PNRR venivano indicati. Giustificare tali scelte con motivazioni tecniche appare quanto meno discutibile, visto che una parte consistente dei fondi erano già stati assegnati ai Comuni, destinatari dei finanziamenti. Semmai era necessario rafforzare servizi di assistenza nei confronti di quei Comuni più in difficoltà a causa della carenza di personale”.
Non è un caso che molti Sindaci abbiano espresso preoccupazione per il definanziamento di progetti che potrebbero dare risposte alle comunità locali e soprattutto alle persone più fragili e che erano il frutto di un lavoro di collaborazione tra Enti locali, Terzo settore e forze economiche e sociali del territorio.
Molti dei beni confiscati alla mafia individuati dai Comuni infatti, una volta ristrutturati, sarebbero stati destinati a diventare centri antiviolenza, comunità alloggio, centri aggregativi, favorendo un uso sociale di quei beni e la loro restituzione alla collettività.
“Una vergogna e un regalo alla mafia. Molti comuni siciliani si sono concentrati nel recupero dei beni confiscati proprio grazie ai fondi che oggi il governo ha deciso di tagliare – sottolinea Dario Pruiti, responsabile antimafia sociale e beni confiscati di ARCI Sicilia -. Ancora una volta uno schiaffo ai siciliani e alle siciliane insultati e insultate dall’ennesimo sabotaggio al riuso sociale dei beni confiscati”.
Aspettiamo di conoscere la posizione del Governo regionale e dei tanti parlamentari di maggioranza eletti in Sicilia su un provvedimento che di colpo cancella ai Comuni siciliani, finanziamenti per opere pubbliche per diverse centinaia di milioni di euro.