Il 15 aprile l’Arci Sicilia sarà in piazza a Caltanissetta per rivendicare il diritto delle siciliane e dei siciliani ad avere servizi pubblici di qualità, a poter sperare che un futuro diverso sia ancora possibile. Contro la proposta di legge sull’autonomia differenziata che determina nei fatti quella secessione tra la parte ricca del Paese e la parte più povera che era l’obiettivo originario del partito del ministro Calderoli, che non a caso è il promotore della legge.
“Abbiamo già visto in questi anni nel settore sanitario – dichiara Giuseppe Montemagno, presidente di Arci Sicilia – le conseguenze di una gestione affidata alle Regioni che ha determinato un aumento delle migrazioni verso Nord perfino per potersi curare. Il taglio dei trasferimenti dallo Stato ha già prodotto negli anni scorsi in Sicilia un brusco ridimensionamento dei servizi sanitari territoriali, la chiusura di reparti ospedalieri se non addirittura direttamente degli ospedali. E così, mentre comitati spontanei di cittadini si battono per rivendicare una migliore qualità dei servizi sanitari, la Sicilia rischia il tracollo anche in altri settori pubblici importanti quali l’istruzione, la valorizzazione dei beni culturali, il sistema dei trasporti. La lotta alla povertà educativa, alla dispersione scolastica, allo spopolamento delle aree interne rischiano di essere partite perse definitivamente in assenza di risorse economiche adeguate e di un sistema Paese complessivo in grado di intervenire con politiche adeguate.
Per l’Arci – conclude Montemagno – il principio di solidarietà tra le persone, tra i territori rimane un caposaldo del sistema democratico. Il principio di uguaglianza sostanziale, previsto dall’articolo 3 della nostra Costituzione, un concreto elemento che garantisce lo sviluppo del sistema Paese, mettendo tutti i cittadini nelle condizioni di poter contribuire a questo sviluppo”.
